8 marzo, festa della Donna. All’IRP la Ricerca è rosa

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Su 200 ricercatori, il 75% è Donna. Tra i progetti in corso, la maggior parte è coordinata da Ricercatrici e molti sono i riconoscimenti “al femminile” ottenuti.

All’Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza la Ricerca è giovane e colorata di Rosa: su oltre 200 ricercatori, infatti, il 43percento è under 35 ed il 75 percento è Donna. Le Ricercatrici coordinano la maggior parte dei progetti di ricerca e ricevono significativi riconoscimenti.
A livello europeo la Dottoressa Elisa Cimetta, PI BIAMET (Biomedical Applications of Multiscale Enigineering Technologies) all’Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza e Professoressa Associata al Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Padova ha ricevuto un finanziamento di 150mila euro erogato dall’Ercea – Agenzia esecutiva dello European Research Council a 134 ricercatori e ricercatrici selezionate in tutta Europa i cui meritevoli progetti già sovvenzionati meritino ora di esplorare le potenzialità scientifiche e commerciali, per il progetto MicroScale system integrating Patient-specific cancer Organoids in a 3D Tumor microenvironment for Therapy rEsponse preDiction – Spotted. Questo progetto si inserisce nel filone della medicina personalizzata e intende sviluppare uno strumento innovativo per testare i trattamenti di pazienti affetti da tumore pancreatico così da meglio orientare i medici nella scelta delle terapie mirate più efficaci.
Altro importante finanziamento arriva dalla Fondazione Telethon che ha selezionato in Veneto 5 progetti tra i quali quello della Dottoressa Valentina Poletti dell’Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza e del Dipartimento Salute Donna e Bambino dell’Università di Padova per lo studio di una malattia da accumulo lisosomiale da carenza di enzima β-galattosidasi, chiamata Gangliosidosi GM1, basato sulla terapia genica di trasferimento in cellule staminali ematopoietiche (CSE) che vengono raccolte, geneticamente modificate con l’inserimento del gene terapeutico e re-infuse (trapianto autologo di CSE) nel paziente. Questo progetto potrebbe rappresentare un primo passo verso lo sviluppo di una terapia efficace per la GM1 e diventare modello per lo sviluppo di terapie efficaci per altre malattie genetiche letali.
Quattro ricercatrici IRP hanno vinto le Post-doctoral Fellowships 2025 promosse dalla Fondazione Veronesi:
la Dottoress Elena Mariotto ha vinto una borsa biennale con un progetto dal titolo “Synergistic drug combinations for a precision medicine approach to pediatric solid tumors”.
Borse annuali: la Dottoressa Alice Cani con un progetto dal titolo “Interplay of epigenome, transcriptome and metabolome to dissect the JMML propagating cells survival”; la Dottoressa Elena Rampazzo con un progetto dal titolo “Chemoresistant MB tumoroids: from phenotypic characterization to functional drug sensitivity”; la Dottoressa Francesca Sensi con un progetto dal titolo “Therapeutic strategies against cancer-associated fibroblast in high-grade serous ovarian tumor”.

Inoltre, un gruppo internazionale, coordinato dalla Professoressa Martina Pigazzi dell’Università di Padova che guida anche un laboratorio di ricerca in IRP, ha compiuto una scoperta straordinaria che potrebbe cambiare il destino di molti bambini affetti da leucemia mieloide acuta (LMA), un terribile cancro del sangue che colpisce anche i più piccoli. Nel suo laboratorio all’IRP, infatti, le Dottoresse Claudia Tregnago e Maddalena Benetton hanno analizzato un gene chiamato NPM1 in ben 393 casi di leucemia, selezionati da oltre 4.000 pazienti pediatrici in tutto il mondo. I risultati sono stati sorprendenti perché questa ricerca ha rivelato che le diverse mutazioni di NPM1 – chiamate varianti A, B, D e altre più rare – possono influenzare drasticamente il corso della malattia nei bambini. La scoperta più importante è stata identificare che la variante “tipo-D” rende la leucemia incredibilmente aggressiva e resistente alle terapie convenzionali.
Questa scoperta può aiutare i medici i quali, potendo comprendere con precisione il tipo di leucemia che stanno affrontando, possono scegliere il trattamento più efficace, aumentando significativamente le possibilità di guarigione dei piccoli pazienti affetti da questa forma di leucemia; e nel contempo apre la strada a nuove terapie mirate, progettate specificamente per combattere proprio queste forme più aggressive della malattia. Il lavoro del team della Professoressa Martina Pigazzi, pubblicato su una prestigiosa rivista scientifica, sta già influenzando le strategie di arruolamento e cura in tutto il mondo, e il team sta già lavorando a nuove strategie farmacologiche proprio per annullare gli effetti di questa variante di NPM1.

«Le donne hanno certamente una marcia in più per quanto riguarda la ricerca scientifica – afferma il Direttore Scientifico IRP Professor Eugenio Baraldi – grazie alla loro passione, tenacia e competenza. Qui all’Istituto di Ricerca Pediatrica ne abbiamo una valente testimonianza. Siamo particolarmente orgogliosi di questa nostra risorsa che rappresenta il 75 percento dei ricercatori che lavorano in Torre.»

«È bello e molto significativo sottolineare in una giornata così importante come l’8 Marzo – commenta l’AD dell’Istituto di Ricerca Pediatrica Gen. Dottor Stefano Lupi – l’apporto determinante che le donne offrono al mondo della Ricerca. Ancor di più ci fa piacere riscontrarlo nel contesto dell’Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza, perché qui possiamo contare su di un effettivo valore aggiunto che porta avanti la nostra causa – che è la causa dei nostri piccoli pazienti – confortata dalla certezza che le nostre Ricercatrici ci porteranno ad ottenere ancora grandissimi risultati.»

Articolo pubblicato: venerdì, 7 Marzo 2025