Cesare e Alberto compiono 18 anni e ringraziano la Fondazione

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Cesare e Alberto Zilio sono gemelli e hanno da dopo compiuto 18 anni. Quando erano piccoli sono stati curati entrambi nel reparto di Oncoematologia pediatrica di Padova. Oggi stanno bene e sono grati alla Fondazione Città della Speranza e a tutti i medici, infermieri e volontari che li hanno curati, ma soprattutto accompagnati durante il loro percorso di guarigione.

Una festa doppia per Alberto e Cesare con amici e parenti: torta, foto di rito e canzoni. I gemelli di Montebelluna però hanno alle spalle una storia particolare che inizia nel 2008 quanto a Cesare viene diagnosticata la leucemia e sei mesi dopo anche al fratello Alberto. «Non ci potevo credere – racconta Denise Guerretta, la mamma – in reparto non avevano mai visto due fratelli ammalarsi della stessa malattia con così poca distanza uno dall’altro». Questo perché Cesare e Alberto sono gemelli omozigoti e hanno lo stesso difetto genetico che li ha portati ad ammalarsi di Leucemia linfoblastica acuta. «Avevano quattro anni quando è successo e io non finirò mai di ringraziare tutto il personale del reparto che è stato spettacolare – dice Denise -. Non è facile stare accanto a noi genitori che siamo incattiviti dal dolore. Non ti spieghi come possa succedere e nel nostro caso ancora di più perché erano ammalati entrambi». Denise ricorda bene i due anni in cui per quattro o cinque volte a settimana andava a Padova per portare i figli a visite, controlli o per fare le terapie, tanto che «ad un certo punto conosci a memoria anche le buche della strada» e ripete che «medici e infermieri sono sempre stati molto onesti con noi genitori e disponibili. I volontari poi erano fantastici: sempre un sorriso, una parola gentile, un gioco per i bambini».«Noi siamo di Montebelluna perciò facevamo avanti e indietro dall’ospedale e non abbiamo mai chiesto di poterci fermare nelle casette a disposizione delle famiglie – dice Denise – ci sembrava giusto che le usasse chi veniva da città più lontane».
Di una cosa la mamma dei gemelli è convinta: «Bisogna avere piena fiducia in medici e infermieri perché quando si ammala un bambino si ammala tutta la famiglia e solo i professionisti sanno cosa fare. E poi il mio grazie va a quei privati che hanno deciso senza aiuti iniziali di costruire tutto questo, perché ci hanno creduto e se i miei figli sono vivi oggi il merito è loro e di tutti quei volontari che ogni giorno si spendono nella raccolta fondi. La ricerca è fondamentale».

Articolo pubblicato: giovedì, 17 Novembre 2022