FRATI DI ASSISI DONANO UN CRIOSTATO A CITTA’ DELLA SPERANZA
NewsPadova, 16 maggio 2022 – I frati della Basilica di san Francesco in Assisi hanno scelto di sostenere i bambini più fragili e Città della Speranza nella lotta contro le malattie pediatriche che ancora non hanno una cura risolutiva, all’interno della campagna di raccolta fondi Con il Cuore 2021
È proprio grazie al loro impegno unita alla generosità di tanti italiani che la Fondazione ha potuto acquistare un criostato di alta precisione, strumento necessario a portare avanti il lavoro di oltre 160 ricercatori all’interno dell’Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza (IRP) finalizzato a generare innovazioni nella prevenzione e nella cura delle malattie del bambino con l’obiettivo di ridurre i tempi tra le scoperte in laboratorio e il letto del paziente.
Affinché i campioni di tessuti prelevati dai piccoli pazienti possano essere studiati, mantenendone integre le caratteristiche, essi devono essere tagliati in sezioni sottilissime alla temperatura di almeno -20°C. Ciò è possibile attraverso il criostato. Le sezioni vengono quindi sottoposte a diversi tipi di colorazioni, più o meno complesse, che permettono di studiare le caratteristiche dei tessuti di origine e rilevare differenze, ad esempio, tra campioni di tessuto malato e tessuto sano.
Questo tipo di analisi è molto utilizzato sia per ricerca che per diagnostica soprattutto nell’ambito dell’oncoematologia, della medicina rigenerativa, dell’immunologia e delle biotecnologie mediche.
“Poter ringraziare chi non ha dimenticato i più deboli in un momento di difficoltà come l’attuale è davvero una grande gioia.” – commenta Andrea Camporese, Presidente di Fondazione Città della Speranza – “Siamo consapevoli che molto resta ancora da fare per accelerare il progresso scientifico, ma con aiuti come quello ottenuto grazie alla mediazione dei Frati francescani di Assisi potremo continuare ad impegnarci verso il grande obiettivo di vedere guariti tutti i bambini”.
“I piccoli pazienti ed i loro genitori possano trovare, anche grazie a questo strumento, una luce nel loro doloroso percorso, i ricercatori un di più di passione nella presa in cura di ogni vita” – scrive fr. Alfredo Avallone, responsabile della Caritas Francescana del Sacro Convento di Assisi – “Aiutare è un verbo che non si qualifica per ciò che si fa, ma per la capacità del cuore di aprirsi all’altro che incontri nelle sue fragilità considerato più importante di te, come ci insegnano i santi Francesco e Chiara d’Assisi, e quando poi l’altro sono i piccoli nella sofferenza, allora l’aiuto diventa presa in cura, come ci insegna il beato Carlo Acutis, lui che ben ha conosciuto il mondo della sofferenza per la leucemia che lo aveva colpito, lui che ancora adolescente ai medici che lo curavano era solito dire: «C’è gente che soffre molto più di me». A questa ‘gente’ il vostro cuore, la vostra mente e le vostre mani con la gratitudine dei santi, di noi che, solo da lontano, ne seguiamo le orme, ma anche di tutti i benefattori italiani che hanno sostenuto la raccolta fondi Con il Cuore”.
Fondazione Città della Speranza vede in IRP un’eccellenza nel panorama della ricerca in Italia. Questo grazie al lavoro dei gruppi di ricerca, agli investimenti in tecnologia, al continuo rinnovamento di strumenti e facilities, al reclutamento di scienziati di alto livello, alla multidisciplinarietà della ricerca, introdotta fin da subito come elemento distintivo. Attualmente ospita circa 30 gruppi di ricerca che lavorano in vari ambiti tra cui: ematologia e oncologia, terapia genica, malattie genetiche, medicina rigenerativa, neonatologia, cardiologia ed immunologia. I ricercatori provengono da percorsi formativi diversi: biologi, medici, fisici e ingegneri che quotidianamente interagiscono per individuare soluzioni innovative per la cura di quelle malattie pediatriche che ancora non hanno terapie risolutive. Nonostante le restrizioni degli ultimi anni, l’Istituto ha proseguito le sue molteplici attività, svolgendo regolarmente il lavoro di ricerca e diagnostica e aumentando, in termini quantitativi e soprattutto qualitativi, la propria produzione scientifica: l’impact factor medio è infatti passato da 4,9 nel 2017 a 7,7 nel 2020, sinonimo di scoperte di maggior valore scientifico.